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Da sempre, la prospettiva a volo d’uccello affascina l’uomo. Se fino a qualche hanno fa erano in pochi a poter creare contenuti da questo punto di vista, con le moderne tecnologie dai prezzi accessibili, sempre più professionisti e amatori investono nell’acquisto di droni. Questi ultimi sono piccoli elicotterini, possibili da comandare a distanza, che riescono a catturare immagini molto suggestive: queste sono quindi in grado di attirare l’attenzione più facilmente di molti altri contenuti.

Perché creare contenuti con i droni

I droni vengono utilizzati per lo più per catturare immagini o video originali, che riescono per il loro particolare punto di vista ad attirare subito un grande pubblico. Questa tipologia di contenuti ottiene una grande viralità e quindi visibilità: per questo sempre più aziende incorporano nella loro strategia di contenuti da proporre, foto e video prodotti da droni.

Se sei ad esempio un agente immobiliare e cerchi un modo eccezionale per mostrare le tue proprietà, certamente usare un drone per catturare immagini fisse e video delle case che proponi ai clienti può essere un’ottima strategia per attirare l’attenzione dei potenziali acquirenti. Questi potranno farsi un’idea delle aree circostanti all’edificio e potranno avere una visione completa dell’intera proprietà.

Anche se non sei un venditore, ma lavori nell’ambito della coltivazione o allevamento, un drone ti potrebbe essere utile. Un drone è infatti in grado di aiutarti a monitorare la tua fattoria e aiutarti a ottenere dati importanti sulle tue colture: ti possono far risparmiare tempo, esplorando al tuo posto e molto velocemente le colture, ottenendo una migliore mappatura anche in ottica della loro rotazione.

Regole per l’utilizzo legale dei droni

Se stai pensando di acquistare un drone e vuoi pilotarne uno nel rispetto della legge per non incorrere a pesanti sanzioni, ti sarà utile conoscere bene le regole stabilite dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile), il quale definisce il regolamento per i mezzi a pilotaggio remoto.

In particolare, devi tenere presente che non è possibile far volare il drone a più di 500 metri di distanza dal pilota, e lo strumento deve rimanere a cinque chilometri di distanza minima di volo dagli aeroporti, senza superare mai la quota di 150 metri in elevazione.

La regola più discussa rimane quella di non poter sorvolare assembramenti di persone, intralciando quindi qualsiasi tipologia di ripresa ad eventi o in città. Sempre per ragioni di sicurezza, per pilotare droni dal peso superiore ai 300 grammi è necessario conseguire un patentino, che cambia a seconda dell’aeromobile che si intende pilotare. Per le operazioni di volo in situazioni di pericolo o emergenza, il pilota dovrà seguire un iter più lungo, comprensivo di visite mediche. Per chiunque è invece possibile utilizzare droni di peso inferiore ai 300 grammi, mantenendo però una velocità massima di 60 Km/h e parti rotanti protette da impatto accidentale.

Se l’uso non è poi limitato all’uso ricreativo o sportivo, ma legato ad una attività di natura professionale, bisogna fornire il drone di una targhetta, che deve essere presente anche alla stazione di terra, con i dati identificativi del sistema e dell’operatore. Dopo essersi iscritti sul sito D-Flight, il sito realizzato da ENAV in collaborazione con ENAC per la registrazione degli aeromobili a Pilotaggio Remoto nella banca dati italiana, ti verrà anche assegnato un QR code da applicare al tuo drone. Il sito, che ti consiglio di visitare, offre anche informazioni utili per far volare i mezzi in sicurezza e in conformità alle normative vigenti.

Oltre alle regole legate al pilotare droni, bisogna ricordare anche di rispettare le norme di sicurezza e di privacy di vita quotidiana o i regolamenti comunali per non incorrere in sanzioni o sequestri.

Se volete saperne di più sulle leggi in vigore, le potrete trovare descritte in maniera approfondita a questo link.

Quanto costa l’abilitazione al pilotaggio dei droni a fini professionali

Considerato alla pari della videocamera personale utilizzata nei viaggi turistici per fissare i ricordi, l’utilizzo del drone a fine ricreativi è permesso gratuitamente nei limiti prima descritti.

Quando si inizia invece a parlare di utilizzo professionale, ci sono dei costi che vanno affrontati.

Per prima cosa bisogna sottoporsi ad una visita medica presso un AME (Aeromedico Esaminatore, l’elenco è sul sito ENAC), con un costo che varia dai 100 ai 200 euro; successivamente si deve frequentare una scuola di volo, con costi che vanno da 400 a 800 euro. Se però si usa un piccolo SAPR sotto i tre etti, allora non è necessaria né la scuola né la visita medica.

Rimane obbligatorio per qualsiasi drone compilare dei manuali aeronautici che dovranno sempre accompagnare il drone (la loro mancanza ha conseguenze penali gravissime) e calcolare l’analisi del rischio. Per redarre questi manuali ci si può affidare ad una delle otto Organizzazioni di Consulenza approvate da ENAC. Il costo è di circa 300 euro.

Ultima cosa ma non meno importante: bisogna assicurare il drone, una spesa che varia dai 200-300, a seconda del peso. Fatto questo, ci si deve far riconoscere da ENAC come operatori scaricando e compilando i moduli disponibili sul sito dell’Authority. Dopo di che è possibile cominciare a effettuare operazioni non critiche; per quelle critiche le procedure sono invece più complicate.

Facendo quindi un rapido calcolo, per pilotare un drone dal peso inferiore ai 300 grammi a scopo lavorativo, si andrà a spendere circa 500 euro; per i droni di un peso maggiore ai 300 (ma minore ai 2 chilogrammi) circa il doppio, fino ad arrivare ad una somma di circa 1700 euro.