Vendere online con Google Shopping
Tra le varie opportunità di vendere i tuoi prodotti on-line da qualche anno, ai consolidati marketplace come Ebay, Amazon e Facebook al quale ho dedicato un articolo poche settimane fa che puoi trovare qui, si è aggiunto il servizio Google Shopping. Google Shopping è il marketplace di Google forte che permette alle aziende i propri articoli all’interno del motore di ricerca più utilizzato al mondo e di farli comparire, come messaggi sponsorizzati, in primissima posizione subito dopo la barra di ricerca.
Come funziona Google Shopping?
Semplicissimo ed immediato: inseriamo nella barra di ricerca il nome del prodotto che stiamo cercando, ad esempio”cuccia per gatti”, come facciamo abitualmente per trovare siti di interesse sul web ed il motore di ricerca ti mostrerà cinque possibili articoli. Presta attenzione a questo particolare. Questi sono articoli sponsorizzati quindi c’è qualcuno (più di qualcuno) che stai utilizzando un servizio a pagamento di Google per godere del privilegio di essere immediatamente mostrato al possibile acquirente. Per entrare realmente sul marketplace dovremmo selezionare la voce “Shopping” dal menù di selezione.
Adesso ti trovi esattamente all’interno del servizio di comparazione prezzi di Google denominato “Google Shopping” dove potrai trovare i prodotti di tutti gli inserzionisti e visualizzarli in ordine di prezzo, località ed e-commerce di provenienza.
Cosa offre Google agli inserzionisti?
Google, per differenziarsi dagli altri marketplace, promette una maggiore visibilità dei prodotti pubblicati ed una serie di strumenti di web marketing al servizio del venditore per aumentare le sue possibilità di business on-line facendosi attribuendo all’inserzionista un prezzo per ogni clic al negozio applicando le stesse logiche che governano Google AdWords.
Perché utilizzare Google Shopping?
Uno dei motivi principali è quello relativo al traffico che Google è in grado di generare. Ad inizio 2017 i dati parlavano di oltre 90 miliardi di le query di ricerca ogni mese. Se a questo impressionante dato, che nessun altro sito è in grado di generare, aggiungiamo che da statistiche il 35% di chi acquista su siti di commercio elettronico inizia la propria ricerca utilizzando come motore di ricerca Google abbiamo già risposto largamente alla domanda.
Inoltre ricordati che uno degli obiettivi di Google è quello di cercare di intercettare la richiesta dell’utente. Quello a cui ci ha abituati Google, infatti, è di mostrare risultati il più pertinenti possibili alla nostra ricerca. Questo concetto portato all’interno di Google Shopping significa offrire al cliente il prodotto che stà realmente cercando (traffico altamente qualificato) garantendo una possibilità maggiore di concludere la vendita.
Google ha un marketplace in grado di generare 5 miliardi di dollari l’anno.
Il ROI, cioè il ritorno sull’investimento, è garantito?
Nel 2016 i ricavi derivati dalla pubblicità su Google Shopping hanno rappresentato, con più del 16%, una parte importante delle revenue. Questo importante risultato è attribuibile anche nella capacità che le campagne CPC di Google Shopping hanno di convertire i consumatori dal mobile. I dati evidenziano come, rispetto al 2015, i mobile device sono stati in grado di contribuire a circa il 29% di tutte le revenue provenienti da Google Shopping, contro il 17% del 2015. Questo indica che la pubblicità su Google Shopping Ads da mobile ha permesso di migliorare vari aspetti:
– il tasso di conversione;
– il ritorno dalla spesa in adv;
– lo share of spending: il rapporto tra la quota investita, nel caso specifico su Google Shopping, e il totale degli investimenti pubblicitari di tutte le aziende che operano in quello stesso settore.
Come aprire un negozio su Google Shopping?
Per cominciare a vendere su Google Shopping devi creare un account su necessario creare un account Google Shopping Merchant e caricare un file con le descrizioni, le immagini degli articoli, disponibilità e ovviamente prezzo. Il file con l’elenco e le caratteristiche dei prodotto può essere in formato xml o csv. Attenzione: questo file deve essere costantemente aggiornato (almeno una volta al mese) pena la sospensione del tuo account. Un piccolo consiglio che velocizzerà la procedura di aggiornamento: non spostare l’ordine dei prodotti all’interno del file che hai creato (quello che poi carichi sulla piattaforma di Google), in questo modo per Google sarà più facile riconoscere le modifiche apportate ad un prodotto. La prima volta che carichi il tuo elenco prodotti ci posso volere fino a 3 giorni lavorativi prima che i tuoi articoli vengano pubblicati.
Presta poi molta cura ed attenzione ala scelta e alle qualità delle immagini per aumentare l’appeal del prodotto (su questo aspetto Google è molto chiaro e tassativo: tutte le immagini devono essere su sfondo bianco, non presentare marchi, scritte o altri elementi decorativi), nel definire il prezzo studiando anche l’offerta dei competitors, nel scegliere la giusta categoria ed ai testi descrittivi del prodotto.
Quanto costa aprire un negozio su Google Shopping?
Aprire un negozio su Google Shopping non costa nulla e non chiede neanche una percentuale sulle vendite. Il marketplace di Google, infatti, utilizza il sistema CPC ovvero costo per clic. Paghi “solo” il traffico generato da Google Shopping verso il tuo sito di vendita on-line, inserzione su Ebay o su Amazon che Google non vede come competitor ma come un’opportunità in più… Paghi per l’opportunità che Google Shopping è stato in grado di creare, che si concluda o meno la vendita.
Quanto costa un clic verso il mio sito di ecommerce o annuncio su Ebay o Amazon?
Il costo del singolo clic è variabile come avviene nelle campagne a pagamento di Google AdWords. Il valore si basa sul concetto dell’asta, maggiore sarà la domanda maggiore sarà il costo del clic. A differenza delle “classiche” campagne a pagamento, su Google Shopping non è l’inserzionista che decide quale annuncio mostrare per specifiche parole chiave ma l’algoritmo di Google che analizzando la descrizione del prodotto, il nome utilizzato, le categorie attribuite decide quando mostrare quel determinato annuncio. A noi inserzionisti rimane la libertà di stabilire con quali parole chiave non apparire utilizzando le parole chiave a corrispondenza inversa. Devi stare molto attento quando imposti la campagna a pagamento Costo per Clic perché se pur il costo di un singolo clic è tendenzialmente basso (in media 20 centesimi a clic) questo costo deve essere moltiplicato per il numero di prodotti presenti a catalogo (un prodotto che non ha avviato una campagna a pagamento non viene mostrato). È facile quindi imbattersi in campagne dispendiose se non vengono seguite e gestite con attenzione.
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