A/B test: cos’è e quali vantaggi offre
Non ti preoccupare, non è un compito in classe a sorpresa ma un aspetto del marketing misurabile che spesso viene da molti trascurato perdendo così notevoli opportunità di business e spesso anche soldi, parecchi soldi. L’A/B test è, come dice la parola stessa, a tutti gli effetti un test che serve a determinare l’efficacia di una campagna di web marketing (ma si può adottare anche al marketing tradizionale) in “fase preventiva”.
Spesso il cliente o il consulente poco esperto, quando la campagna di marketing on-line non ottiene i risultati sperati, tende ad aumentare il budget pubblicitario per aumentare il traffico al sito o la visibilità del messaggio pubblicitario.
Sapevi,invece, che è possibile migliorare i risultati senza dover aumentare gli investimenti pubblicitari?
La risposta sta nel A/B test. Se, ad esempio, il tasso di conversione di una tua landing page è del 4% è importante interrogarsi sul perché il 96% della nostra potenziale clientela non compiono l’azione (call to action) sperata. Discorso analogo si può applicare alla tua newsletter aziendale dove i tassi di apertura ed i clic ai vari link sono gli obiettivi principali di ogni campagna di newsletter marketing.
L’idea alla base di ogni A/B test è molto semplice: di testare due versioni diverse dell’elemento che vorrai prendere in esame per valutarne le conversioni; può essere l’oggetto di una newsletter, la scelta di un colore rispetto ad un altro per i titoli o la dimensione e la posizione dei pulsanti.
Un test A/B è una tecnica di valutazione matematica, quindi oggettiva, che si basa su rapporti numerici. È quindi necessario fidarsi di questi risultati e non lasciarsi trasportare dalle sensazioni anche se i risultati registrati possono apparirti anomali.
Su quali elementi fare il test A/B?
Domanda più che lecita. Avendo appena affermato che praticamente è possibile fare un A/B test su qualsiasi elemento di una pagina web o di una newsletter capisco che tu possa avere dei dubbi, chi non li avrebbe. Il segreto è quello di individuare degli elementi che tra tutti meritano una priorità nell’esecuzione dei test tramite il KPI (key performance indicator), un driver che si ritiene particolarmente indicativo per stabilire gli obiettivi di un testing. Se stai pensando di applicare un A/B test, ad esempio al tuo sito di e-commerce, un KPI potrebbe essere il numero di vendite concluse quotidianamente, così come il numero di utenti che hanno messo qualcosa nel carrello senza però portare a termine l’acquisto. Scelti i KPI più significativi ora devi fissare per ognuno di questi un calore target, un punto di partenza per avere in seguito un quadro della situazione sempre aggiornato.
Come scegliere i KPI migliori?
Da qualche parte dovremmo pur partire. Quello che ti suggerisco è di scegliere gli elementi che possono avere un effetto positivo sulle performance, quelli che possono avere un forte impatto sui destinatari. Per fare questo ci vuole un pò di conoscenza sul tuo target e sui suoi comportamenti. Parti con gli A/B test, tieni traccia dei risultati e passa al A/B test successivo. Oggi mi sento particolarmente buono e ti indico un interessante strumento che ti può aiutare in questo, non ti spaventare dalle sue potenzialità. Qui l’aiutino da casa.
Su quante persone devo fare il mio A/B test?
La regola di base è che maggiore è la dimensione del campione, tanto più i risultati che si ottengono sono attendibili. Se il tuo database di contatti a cui inviare una newsletter è composto da 5.000 indirizzi e-mail capirai che non ha senso inviare un tipo di oggetto a 2.500 destinati e un altro ad ala rimanente parte. Io per aiutarmi a stabilire ila dimensione del campione utilizzo uno dei diversi strumenti on-line come quello fornito da Unbounce, che è in grado di stabilire la giusta dimensione del campione a cui inviare la tua newsletter aziendale tramite un logaritmo di calcolo.
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