La campagna ambientale di Lacoste
Ogni anno la pubblicità riserva un posto d’onore per gli animali e la loro tutela.
Molte organizzazioni si impegnano a dar voce alle creature che non ce l’hanno, sensibilizzando il pubblico riguardo importanti problematiche ambientali.
Ma cosa succede quando sono i prodotti a veicolare una campagna volta a salvare le specie minacciate?
#SaveOurSpecies: Lacoste tra tradizione e innovazione
Questo mese vince la medaglia d’oro in questo campo il marchio Lacoste, che ha deciso di riproporsi in veste nuova sul mercato con le sue famose polo bianche, prodotte per la prima volta nel 1933 per celebrare il tennista francese Renè Lacoste.
Un prodotto ormai 85enne che è stato rilanciato con una collezione limited edition in occasione della campagna #SaveOurSpecies, dove le specie a rischio di estinzione hanno preso il posto del celebre coccodrillo verde.
Per sostenere infatti la International Union for Conservation of Nature (IUCN), una ONG che si occupa della salvaguardia degli animali e della natura, il marchio si è “fatto da parte” per ospitare le icone di altri 10 animali.
Gli esemplari scelti sono stati: la Vaquita, un mammifero marino che vive nel golfo di California; la tartaruga rugosa birmana; il lepilemure settentrionale; il rinoceronte di Giava; il gibbone di Cao Vit; il pappagallo kakapo; il condor della California; il saola, un bovide che vive in Vietnam e Laos; la tigre di Sumatra e l’iguana di Anegada.
Lacoste ha deciso di produrre per ogni nuovo logo un numero di polo pari agli esemplari ancora esistenti. Prendiamo ad esempio il caso dei pappagalli kakapo, di cui rimangono nel mondo 157 esemplari in tutto: l’azienda ha messo in vendita esattamente 157 capi di abbigliamento con il marchio verde a forma di pappagallo.
Il ricavato di questa collezione, già sold-out dopo poche ore, è stato devoluto all’IUCN per preservare le specie a rischio nel mondo.
Una campagna che diventa, in questo caso, un vero invito all’azione.
Qui lo spot ufficiale della campagna ambientale #SaveOurSpecies
Perché la campagna ha avuto tanto successo?
Seppure il logo rappresenti l’elemento più identitario e identificativo del brand, metterlo momentaneamente da parte per veicolare una causa benefica può generare un coinvolgimento emozionale straordinario nel consumatore. Si attiva infatti uno spirito di partecipazione, che rende l’esperienza d’acquisto del prodotto unica, e che consente l’identificazione del consumatore con il brand nel suo elemento più visivo.
Lacoste ha avuto un tale successo non solo perché ha imprestato il proprio logo ad altri animali, proponendosi come portavoce per attirare l’attenzione sulle specie minacciate e sui problemi che causano l’impoverimento della biodiversità, come l’inquinamento e la sottrazione dell’habitat.
Il suo punto di forza è stato che con la sua attività ha contribuito ad un riscontro etico reale, in quanto il ricavato della sua campagna è stato devoluto in beneficienza. Un’azione coerente con i valori aziendali e non un’attività speculativa per aumentare le vendite cavalcando il concetto “green”.
Gli stessi consumatori si dimostrano sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti e sempre più realtà portano avanti operazioni di marketing dal taglio benefico.
Se sei interessato ad intraprendere una strategia di comunicazione ambientale efficace sul tuo prodotto o servizio ti consiglio quindi di riflettere sull’aumento progressivo della sensibilità della società verso i temi ambientali, spinta dagli stessi individui a cercare soluzioni sempre nuove per salvaguardare l’ambiente.
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