La lezione di marketing di Donald Trump
Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti e lo è diventato grazie ad un’incredibile lezione di marketing dalla quale chi fa business può imparare molto. Come ha fatto un uomo d’affari senza esperienza a sconfiggere una persona con 30 anni di lavoro nel mondo politico? Partiamo dal fatto che non ha inventato nulla ma ha solo messo in pratica alcune regole di marketing che hanno fatto la fortuna di tanti brand.
– Si è differenziato. Come dice Al Ries, il primo obiettivo del tuo brand è quello di dire qualcosa di diverso dalla concorrenza. Ricordate le parole politicamente scorrette contro i messicani? Trump è andato a intercettare il pensiero comune di molti, facendo in modo che questi si riconoscessero in lui diventando così il paladino di una larga fetta di popolazione.
– Ha sfruttato i media in suo favore. Le polemiche generano notizie e le notizie sviluppano il tuo brand. I giornali non facevano altro che riportare le controverse dichiarazioni di Trump, cercavano di argomentarle e di indirizzare gli elettori verso la Clinton. Questo però ha fatto in modo che i sostenitori di Trump si compattassero attorno a lui. È uno dei punti chiave del marketing: non mettere in discussione la concorrenza ma ignorala. Se metti in discussione un tuo concorrente non fai altro che dare l’impressione che ciò che dice sia sensato e legittimo. I media si sono così trasformati nei migliori alleati di Trump. Se hai un messaggio da comunicare che rende la tua idea molto solida e qualcuno cerca di smontarla in tutti i modi i tuoi sostenitori non faranno altro che stringersi attorno a te e difenderti.
– Se cerchi di piacere a tutti rischi di non piacere a nessuno. Questo è stato l’errore più grande della Clinton. Non concentrarsi su nessuna questione specifica e cercare di dare un contentino a tutti, dagli studenti ai pensionati, si è dimostrato un errore. Prendiamo come esempio l’industria automobilistica degli anni sessanta-primissimi settanta. Sono state concepite e prodotte auto come la Mini e il Maggiolino della Volkswagen, macchine che puntavano a un target specifico e che non avevano paura di non piacere a una fetta di clientela. Si sono dimostrati come alcuni tra i successi maggiori dell’industria dell’auto di tutti i tempi. Dalla prima metà degli anni ‘70 venne sviluppata la “clinica automobilistica”, vale a dire un nuovo tipo di ricerca che si basava sul voler accontentare tutti i target possibili. Questo ha portato alla produzione di macchine che non corrispondevano alle necessità di nessuno in particolare, erano anonime. Possiamo definirli dei veri e propri flop.
– ”Make America Great Again”, questo lo slogan vincente di Donald Trump. Uno slogan controverso che punta a tutti quelli che credono che l’America stia andando nella direzione sbagliata. “Strongher Together”, lo slogan della Clinton, non colpisce nessuno. Non crea discussione perché non ha alcuna forza attrattiva. Chi potrebbe mai dire qualcosa su “L’unione fa la forza”? Se vuoi che il tuo brand abbia successo, ricordati che con uno slogan banale non vai da nessuna parte. “La migliore qualità al miglior prezzo” non ti farà svoltare. Quando hai un messaggio efficace che funziona e che permette alle persone di distinguerti dalla massa, la cosa migliore da fare è continuare su quella strada e magari alzare il tiro ulteriormente.
-Se la tua idea funziona, non cambiarla. Ricordate Obama nel 2008? Ha fatto leva sul cambiamento, sulla ventata di aria fresca. Dal momento dell’annuncio della candidatura fino alla vittoria alle elezioni la sua strategia è stata martellante sul concetto della novità. La Clinton ha iniziato con “Grandi sfide, soluzioni reali: il momento di scegliere un Presidente.” Poi è passata a: “Rinnovare la promessa di un americano”. E poi: “Per vincere.” E ancora: “Lavorare per il cambiamento, lavorando per voi.” E poi: “Conto alla rovescia per cambiare.”
Poi è stata la volta di: “Pronta per il cambiamento, pronta per guidare.” E poi: “Soluzioni per l’America”. Molte aziende fanno lo stesso errore. Hanno un messaggio che magari funziona e lo cambiano perché pensano che anche un altro potrebbe funzionare allo stesso modo oppure perché si sono stufati di vederlo, oppure ancora peggio perché vengono convinti dalle agenzie a cui si sono affidati che è il momento di cambiare (ovviamente nel momento in cui l’agenzia ha bisogno di fatturare). Ricordatevi sempre che un messaggio che funziona è una caratteristica preziosa di un brand. Un messaggio funziona quando i tuoi clienti lo hanno accettato, quando ci si identificano, ma soprattutto un messaggio funziona finché funziona e solo allora ha senso cambiarlo per qualcosa di nuovo.
Avere il prodotto migliore non per forza significa essere l’azienda migliore, così come essere il candidato migliore non significa vincere. Spesso e volentieri la vera differenza la fa avere la giusta strategia di marketing ed è proprio questo il motivo per cui Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti.
Leave a comment
Devi essere connesso per inviare un commento.