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La crisi dovuta al corona virus è stata in grado da sola di colpire le famiglie, i lavoratori, le imprese, le industrie e le comunità di tutto il mondo: siamo stati di fatto tutti obbligati a chiuderci in casa, con il conseguente congelamento di ogni tipo di attività che prevedesse la presenza fisica. 

Di riflesso le persone hanno trovato nelle moderne tecnologie i loro interlocutori, dove si sono riversate come parte di una comunità: sentirsi parte di un gruppo è da sempre infatti un bisogno essenziale degli esseri umani, i quali hanno trovato sul Web ora l’unica possibilità di continuare a creare connessioni tra loro.

Le comunità locali si sono quindi trasformate in comunità online e si sono attivate per superare la crisi e collaborare in questo momento difficile: dalla comunicazione di pure informazioni, ci si è sbizzarriti su consigli su dove fare la spesa, fino a condividere tutte le informazioni utili sulla consegna a domicilio di beni di prima necessità. Le persone continuano a fornire davvero buoni consigli, ma anche idee pratiche su cosa fare di costruttivo nel tempo libero, in particolare con i propri figli.

Al di fuori dei gruppi di supporto per il Covid-19, infatti, alcuni utilizzano i propri portali per aiutare in modo creativo. Sto parlando sia delle pagine personali sui social media di persone singole che intrattengono, grazie anche al tempo di inattività, il loro pubblico, ma anche degli stessi brand che cercando di offrire i loro servizi in maniera alternativa per stare vicino alle persone. Questo da un lato fornisce un supporto alle persone, anche solo dal punto di vista psicologico, e dall’altro li aiuta anche dal punto di vista economico, poiché è probabile che le persone ricordino quali aziende sono stati lì per loro. Ma di questo particolare aspetto ne parlo in questo articolo.

Ciò che ci tengo invece a sottolineare è l’importanza delle community in questa era, perché sono uno dei fattori più significativi e importanti della diffusione di Internet negli ultimi vent’anni, e questa situazione ne è un chiaro esempio.

Sebbene in questo momento di profonda crisi, dovuta alla diffusione della pandemia di Covid-19, tutti stiano rispondendo in modo diverso (qualcuno sembra ormai aver capito come gestire la situazione, mentre altri mostrano di avere ancora difficoltà ad affrontarla), tutti di fatto si sono affidati in qualche modo alle community online. Ogni partecipante ha voluto a suo modo aiutare e stare vicino agli altri in questo momento difficile di reclusione, capendo l’importanza della responsabilità personale, la quale di fatto contribuisce a combattere il virus. 

Grazie l’attivazione delle community online, ognuno si è potuto rivolgere a gruppi di riferimento per ricevere aggiornamenti, per chiedere o fornire aiuto, al fine di affrontare una crisi in cui esserci fisicamente l’uno per l’altro, prerogativa di quello che credevamo essere il vero rapporto sociale, non è la giusta soluzione.

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